pag. 11                       Indice Peru'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci avviamo quindi a piedi verso il museo, che e' vicinissimo all'albergo, sotto un sole splendente, ed un'aria che e' ancora frizzante solo se si sta all'ombra, mentre il sole e' gia' caldo. Il museo e' dedicato alla mummia di Juanita, una ragazza di circa 14 anni morta, all'incirca nell'anno 1450, per un sacrificio umano. La mummia fu trovata nel 1995 dall'antropologo americano Johan Reinhard sul vulcano Ampato,  un monte di quasi 6300 metri di altezza, distante circa una cinquantina di chilometri in linea d'aria da Arequipa. L'eruzione di un vulcano vicino in quegli anni aveva fatto si' che le ceneri emesse provocassero la fusione della maggior parte delle nevi e dei ghiacci che si trovavano sulla cima dell'Ampato, portando allo scoperto alcuni resti. E la mummia si e' perfettamente conservata proprio per le condizioni climatiche glaciali della zona nella quale si e' trovata.

 

Monte Ampato Entriamo in un saloncino dove viene proiettato un breve filmato sulla scoperta. Iniziamo quindi la visita del museo che e' piccolo ma molto interessante. E' costituito da alcune sale senza finestre in cui le luci sono molto soffuse per mettere in evidenza gli oggetti esposti. Una giovane guida ci illustra i reperti, in parte ritrovati nello stesso sito della mummia. Al tempo degli Inca non erano rari i sacrifici umani, in genere di persone molto giovani, e probabilmente gia' predestinate fin da bambini e di condizione nobile. E i sacrifici  erano effettuati, al termine di lunghe e difficili escursioni, date anche le attrezzature del tempo, sulle cime piu' alte delle montagne andine, ritenute sedi delle divinita', dal sacerdote con un preciso colpo dell'ascia rituale sotto il sopracciglio . Sono infatti state ritrovate diverse altre mummie, anche se in genere in uno stato di conservazione peggiore di quella di Juanita. Nell'ultima sala troviamo infine la mummia di Juanita stessa, conservata a diversi gradi sotto zero e in un'atmosfera e ambientazione di grande fascino.

 

 

Usciamo quindi all'aperto e ci immettiamo nelle vie centrali di Arequipa. La citta' e' la seconda per abitanti del Peru', circa un milione, ma e' tutto sommato abbastanza tranquilla.

 

 

 

 

 

Ci dirigiamo quindi a piedi verso la vicina Plaza de Armas, il centro cittadino, ai cui lati si trovano dei bei portici.

 

 

 

 

 

 

 

Un intero lato della piazza e' occupato dalla imponente cattedrale cittadina. E' costruita utilizzando il sillar, una pietra vulcanica di colore piuttosto chiaro molto usata in citta' per le costruzioni, per cui Arequipa e' anche nota come la citta' bianca. Anche molte delle case dei dintorni infatti spiccano per il colore particolare di questa pietra da costruzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci intratteniamo un po' nell'animata piazza, al centro della quale si trova un bel giardino, e nelle vie adiacenti nelle quali si trovano diversi negozietti. Verso mezzogiorno imbocchiamo quindi la cosiddetta Pasaje Catedral, una stretta via pedonale che si trova proprio dietro la cattedrale, con diversi locali e negozietti.

 

 

 

 

 

 

 

Vista l'ora entriamo in uno di questi locali per pranzare, salendo fin sopra una splendida terrazza dalla quale si ha una bella vista sia delle montagne che circondano la citta' sia della cattedrale nella sua parte posteriore.

 

 

 

 

 

mate di coca

Siamo al riparo di una tenda e di alcuni ombrelloni, e il clima e' davvero splendido e gradevole, e alla fine del pranzo non manchiamo di assaggiare di nuovo un poco di mate di coca, consigliatoci per attenuare gli effetti del mal di montagna, se non altro e' un infuso caldo.

 

 

 

 

 

monastero di Santa CatalinaVerso le 14 dobbiamo trovarci presso il nostro albergo da cui partiremo per un tour pomeridiano della citta' con una guida, e allora rifacciamo a piedi il breve percorso gia' fatto al mattino. Giunti al nostro albergo troviamo ad attenderci la nostra guida per il pomeriggio, una signora di nome Lourdes, con un pulmino con il quale ritorniamo nei pressi della cattedrale. Qui oltre ad una visita esterna dovremmo anche visitare l'interno che pero' e' momentaneamente chiuso per dei lavori e quindi proseguiamo per una delle altre principali attrazioni di Arequipa, il monastero di Santa Catalina.

 

 

 

monastero di Santa CatalinaSi tratta di uno dei complessi religiosi piu' interessanti del Peru', un insieme di strutture molto grande che si estende su di un'area di 20.000 metri quadrati e che risale al 1580. Arrivati all'ingresso facciamo il biglietto e quindi siamo accompagnati all'interno da una guida, una signora molto minuta, mentre Lourdes ci aspetta fuori.

 

 

 

All'interno si trovano molti edifici, con scorci davvero suggestivi. Si alternano stretti vicoli, chiostri, piccole piazze, mentre salendo sulla terrazza di qualche edificiosi possono avere bei panorami sulla citta'. Visitiamo anche l'interno di qualche edificio, dove tra l'altro si trovano le stanze abitate nei secoli passati dalla monache, che erano originariamente in buona parte delle nobili di famiglia spagnola, che potevano avere anche delle persone di servizio.

 

 

Nei suoi tempi migliori il monastero arrivo' ad ospitare fino a cinquecento persone; ora sono rimaste solo alcune suore che vivono in un'ala isolata del complesso.

 

 

 

 

 

 

 

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